Dossier Economy

Aprile 29, 2024
16:28

La ricerca svolta dall’Osservatorio Export Digitale del Politecnico di Milano cerca di fare chiarezza e rispondere alle domande più gettonate sul grado di diffusione dei nuovi strumenti e tecnologie a sostegno delle aziende italiane o sui fattori che favoriscono l’export digitale. La ricerca, nel 2019-2020, interessa il ruolo dell’eCommerce e le tecnologie a supporto delle attività che possono fornire benefici all’export digitale. 

L’export digitale in crescita ma non basta

Le esportazioni italiane sono aumentate negli ultimi anni, contando 476 miliardi nel 2019, ovvero +2,3% rispetto all’anno precedente, e i principali mercati di destinazione rimangono la Germania (58 miliardi), Francia (49 miliardi) e Stati Uniti (46 miliardi).

Nonostante ciò, il peso delle esportazioni attivato dai canali digitali come l’eCommerce o l’Electronic Data Interchange resta ancora relativamente basso. Sono inclusi sia gli scambi tra le aziende (B2B) sia quelli tra produttore e consumatore finale (B2C).

Per ridurre il calo dei consumi e far ripartire l’economia, il commercio online potrebbe essere una soluzione. Il valore delle esportazioni digitali, infatti, è aumentato (11,8 miliardi per il B2C e 134 per il B2B nel 2019); tuttavia bisogna tenere a mente che non abbiano un grande peso sulle esportazioni totali. 

Nel settore B2C il peso delle esportazioni digitali è pari al 7% se vengono considerati solo i beni di consumo, altrimenti al 2,5%. Nel settore B2B, invece, il peso è circa un terzo delle esportazioni totali. Tra i settori più “digital friends” vi sono: il fashion, il quale costituisce il 66% dell’export online di beni di consumo per un valore di circa 7,8 miliardi di euro, e la filiera automobilistica, che rappresenta il 22,5% dell’export digitale B2b e ha un valore di 30 miliardi di euro.

L’export digitale vuol dire solo eCommerce? Sfatiamo il mito!

La vocazione digitale delle nostre imprese e la consapevolezza riguardo il ruolo che le nuove tecnologie hanno nei processi di internazionalizzazione risulta ancora molto debole, come attestato dai dati. Gran parte delle imprese italiane non esporta o lo fa occasionalmente, invece la restante parte utilizza strategie di export che si basano su canali offline, come importatori, distributori o reti di vendita fisiche (Survey effettuata dal POLIMI su un campione di 225 aziende).

Per incrementare la propria vocazione export, le imprese dovrebbero adottare alcune soluzioni digitali che vanno dallo sviluppo di nuovi prodotti, al marketing e alla logistica distributiva. Il canale dell’eCommerce, pertante, viene utilizzato solo come ultimo step per la vendita. 

Il marketing conta il livello più alto (88%) di adozioni di soluzioni tecnologiche, probabilmente a causa di un minor investimento e un maggiore impatto nel breve termine. La digitalizzazione procura meno benefici alla fase dello sviluppo prodotti, poiché gli investimenti sono più robusti. Bisogna mettere in conto, infatti, i costi di installazioni di tecnologie come realtà aumentata o virtuale, sensori IoT, Artificial Intelligence e stampe 3D.

Oltre metà delle imprese supporta le soluzioni innovative pensate per le attività logistiche come i software a supporto della gestione delle scorte e del processamento degli ordini (48%), le soluzioni volte ad aumentare la visibilità lungo la filiera e la tracciabilità delle spedizioni (30%). Molte poche industrie hanno adottato processi come automazione del magazzino e packaging. 

Gli ostacoli principali

La mancanza di risorse economiche e di competenze specifiche nelle PMI è uno degli impedimenti da superare, poiché richiedono investimenti di medio-lungo termine per essere colmate.

Successivamente, la diffidenza diffusa nelle imprese italiane verso le soluzioni digitali, soprattutto per quanto riguarda le competenze umane (ideazione e marketing) o nella fase di pricing, in cui è difficile prezzare il valore intrinseco del Made in Italy, o anche nei processi in cui rimane indispensabile la supervisione umana. 

L’export digitale è principalmente abilitato dalla qualità di risorse. Dal momento che la quantità non è più il principale fattore, anche le imprese di piccole dimensioni possono avviare processi di esportazione ed internalizzazione. Uno studio afferma che chi dispone di un Export Manager con competenze di internalizzazione non digitali ha meno possibilità di adottare una strategia di export digitale. 

Per ultimi, l’uso e la conoscenza delle tecnologie digitali possono costituire degli ostacoli. Le probabilità di intraprendere strategie di export digitale aumentano se le conoscenze delle tecnologie sono solide e articolate, con la loro applicazione in varie parti del processo. Le tecnologie digitali, infatti, possono contribuire a migliorare i processi aziendali o favorire l’innovazione attraverso la formazione di una cultura digitale. Possono, pertanto, essere di fondamentale supporto per le strategie di export digitale. 

Digitale tappa imprescindibile per l’internazionalizzazione

Per le imprese del giorno d’oggi l’export è essenziale, poiché permette loro di rafforzarsi e crescere. 

L’uso del digitale aiuta le imprese italiane ad essere più produttive, efficaci e competitive nei mercati globali tramite:

-Una maggiore conoscenza dei mercati esteri grazie alle nuove tecnologie di elaborazione dati che permette di ridurre i costi e tempi;

-Lo stesso eCommerce permette la riduzione di costi eliminando qualsiasi tipo di intermediazione;

-Sistemi digitali di comunicazione che consentono di mantenere rapporti di qualità con i clienti all’estero;

-Le nuove tecnologie in campo logistico hanno ulteriormente abbassato i costi di trasporto e stoccaggio;

-Processi decisionali data driven basati su informazioni attendibili e coinvolgenti a livello aziendale;

-Nuove tecnologie che aiutano i processi di marketing a generare lead commerciali misurabili.

In conclusione, l’export online potrebbe rappresentare una preziosa risorsa per le imprese. In Italia, benchè non sia ancora radicato, è in aumento e vi sono elevate potenzialità di sviluppo. 

Di admin

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