Esiste un’oasi, dalla parte opposta del mondo, dove innovazione creatività e iniziativa imprenditoriale vengono riconosciute e premiate con un ingente quantità e qualità di benefici. Si tratta di Hong Kong, un territorio autonomo della repubblica popolare cinese, che emerge per una sequenza di particolari unii he sono stati sviluppati durante il corso della sua storia recente adatta agli imprenditori.
Col passare degli anni è stata definita in diversi modi: “porta per la Cina”, “porto franco”, “città dove l’Oriente incontra l’Occidente”, “centro finanziario internazionale”, “capitale dello shopping”, “economia più libera del mondo”, la Cina che parla inglese”, citando le più famose. Però, bisogna sottolineare che nessuna di queste, da l’idea del clima quasi ameno che, scegliendo di stabilirsi ad Hong Kong (operando anche solo con una mini impresa, un desk in uno spazio di co-working o un’operazione logistica in outsourcing) un imprenditore trova.
“Crisi è sinonimo di Opportunità” e la storia di Hong Kong è satura di esempi che attestano la veridicità di questa teoria cinese. Uno degli esempi più importanti è l’attuale crisi successiva alla pandemia da Covid, aggravata ulteriormente dalla guerra tecnologica e commerciale che si sta svolgendo tra Cina e USA, che ha inflitto anche ad Hong Kong danni pesanti in alcuni settori come il retail del lusso, il settore alberghiero e la ristorazione, però ha anche dato una spinta prepotente alla crescita delle attività finanziarie e tecnologiche, grazie alla resilienza del territorio autonomo e del suo sistema imprenditoriale, alle peculiarità del mercato ed alle grandi risorse finanziarie disponibili alle imprese, locali e straniere, dall’amministrazione della regione.
Hong Kong, quindi, si può definire un Paradiso per le startup innovative che basano le loro progettazioni in settori molto diffusi come Intelligenza Artificiale, Biomedicale, Robotica, IoT, Fintech, ICT, Retailtech, Foodtech, per citarne alcuni esempi.
Le regole per entrare nel mercato di Hong Kong sono poche e molto semplici:
Tutto il resto viene da sé: grandissima disponibilità di contributi economici per sostenere il programma, presentazione ad investitori privati, aiuto ad accedere ai fondi pubblici, aiuto a sviluppare una rete di fornitori di componenti e partner industriali a Shenzhen e nelle vicine città della Greater Bay Area, supporto di marketing e sviluppo commerciale,presentazione di partner tecnologici e accademici per facilitare la formazione di team che collaborano al progetto, possibilità di alloggiare in strutture dedicate accesso a laboratori, attrezzature scientifiche ed esperienze tecnologiche di ogni tipo, nessun impegno a condividere la proprietà intellettuale dei progetti.
Mettendo da parte i contributi diretti, riservati all’avviamento del programma di incubazione, tutti gli altri vantaggi vengono messi a disposizione anche per le PMI che operano a Hong Kong, non facendo assolutamente una distinzione tra imprese locali o straniere, compresa l’assistenza ad accedere ai contributi del governo della regione autonoma cinese.
Chiunque abbia un progetto innovativo e necessita di un partner che sia dotato di esperienze di IA, di riconoscimento facciale, o debba progettare e produrre componenti elettronici secifici o assemblare il prodotto finale a costi competitivi, nello Science Park di Hong Kong potrà trovare un team che si rende disponibile per risolvere queste richieste e molto altro ancora. È presente anche un programma di pre-incubazione, nominato STEP, grazie al quale si può avere un anticipo di contanti per sviluppare il progetto, stando anche a casa in Italia, per un anno, prima di prendere la decisione se formalizzare la domanda di incubazione o accelerazione. Nello Science Park o nel Cyberport di Hong Kong c’è posto anche per le aziende che hanno superato i tre anni per essere ammesse come start-up.
Per una micro impresa italiana questo gesto potrebbe sembrare alquanto azzardato e complicato; un atto riservato ad aziende maggiori che possono contare su ingenti risorse finanziarie, già consolidate in Italia e nei mercati europei. Questa credenza va sfatata. L’Asia sicuramente non a misura di tutti e il prezzo da pagare potrebbe essere molto alto. Tuttavia, per avviare i primi passi si può contare sui servizi di un ufficio del governo di Hong Kong che si chiama InvestHK. Il desk, da diversi anni, si trova a Milano, con l’obbiettivo di collocare ed eventualmente guidare le imprese italiane in ogni fase del processo di giunzione verso la regione cinese, in base, ovviamente, alle dimensioni e agli obiettivi del progetto, offrendo servizi efficienti e, soprattutto, gratuiti.
Il passo è sicuramente notevole, ma l’offerta non si può rifiutare: un mercato di così grandi dimensioni e in crescita, , incentivi economici per chi fa innovazione la più alta concentrazione di ricchi in Asia, ma anche a sostegno dell’export verso la Cina e il resto dell’Asia, regime fiscale semplice e moderato, grandi opportunità e percorsi privilegiati per i talenti tecnologici, informatici, biomedicali, un ambiente imprenditoriale tra i più liberi al mondo, costi più che ragionevoli, grazie anche alla grande disponibilità di spazi di co-working a prezzi irrisori.
Le attrattive sono rilevanti, il percorso reso più semplice, ma la competizione internazionale è forte. Non c’è spazio per gli indecisi. Chi ha tempo non aspetti tempo.
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