La città-stato di Singapore ha recentemente presentato il Green Plan 2030, un piano di investimenti atti allo sviluppo sostenibile, rafforzando i buoni propositi dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi.
Come riportato sul sito web dedicato, i punti fondamentali sono:
Il piano, dunque, si prefissa di ridurre l’impatto antropico sull’ambiente attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile e di introdurre il concetto di sostenibilità nella vita quotidiana, riducendo l’impatto ambientale delle abitazioni e diffondendo le idee fondamentali nell’opinione pubblica. Inoltre, lo scopo è quello di creare occupazione, sfruttando la sostenibilità come vantaggio rispetto ai competitors.
Ma quali obiettivi concreti si è prefisso lo Stato di Singapore?
L’Italia è uno dei principali partner commerciali di Singapore: solo nel 2019, lo scambio economico è stato pari a 2,4 mld di euro. I rapporti sono già buoni; se consideriamo che Singapore è uno dei paesi che ha saputo gestire meglio la pandemia, è lampante che Singapore sia una delle aree più promettenti a livello di export, anche grazie al Green Plan 2030. Uniamo tutto questo al costante sviluppo commerciale dello Stato asiatico e otterremo una collaborazione che difficilmente fallirà.
In particolare, le aziende che si collocano nel settore tecnologico possono trovare partner molto validi, che consentiranno di sviluppare il prodotto e diffonderlo nel mercato unificato del sud-est asiatico. Altri settori interessanti sono la farmaceutica, la cosmetica, l’edilizia e l’arredamento. Gli investimenti sono facilitati dagli aiuti economici del governo, oltre che dall’accordo commerciale di libero scambio siglato tra UE e Singapore, atto ad eliminare i dazi doganali e favorire la circolazione della merce.
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